lunedì 31 ottobre 2016

HOME SCHOOLING ANCHE IN ITALIA. E. COEN, "Con la formazione fai-da-te i genitori allevano i piccoli Trump del futuro". Intervista con C. Saraceno, sociologa, L'ESPRESSO, 28 ottobre 2016

C'è un pezzo di Italia che dice no alla scuola pubblica e guarda con diffidenza anche alla scuola privata: ultracattolici "no gender", una parte del popolo del Family Day, libertari, montessoriani, seguaci di Steiner. Mille famiglie, secondo le statistiche ufficiali: poche finora, ma in continuo aumento. Padri e madri convinti di poter fare da sé, educano i figli in casa o li affidano a scuole organizzate da gruppi di genitori, che le finanziano direttamente con le proprie rette. Alla base c’è la concezione della famiglia come entità autonoma, autosufficiente. Una concezione che attira consensi ma anche forti dubbi e dure critiche.

venerdì 28 ottobre 2016

CORRUZIONE E OPERE PUBBLICHE IN ITALIA. L. RINALDI, Mazzette, corruzione e Grandi Opere: un "amalgama" tutto italiano, LINKIESTA, 27 ottobre 2016

Ricorrono imprese, colossi delle costruzioni, nomi e cognomi. E non potrebbe essere altrimenti all’interno di indagini che riguardano le grandi opere. Sempre le solite. Nonostante la recente archiviazione delle accuse all’ex superconsulente del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza richiesta dalla procura di Firenze. Quell’indagine tuttavia è rimasta in piedi sul versante delle tangenti per la realizzazione delle Grandi opere pubbliche come il nodo Tav di Firenze, sul valico dei Giovi della Genova Milano fino all’autostrada in Libia Eas Eidyer-Emssad, alla Salerno-Reggio Calabria e al porto di Olbia.

giovedì 27 ottobre 2016

BREXIT E FINE DELLA LINGUA INGLESE COME LINGUA UE. E. FRANCESCHINI, Brexit, un taglio alla lingua: "Con il Regno Unito fuori, l’Unione europea non parlerà più inglese", LA REPUBBLICA, 27 ottobre 2016

Gran Bretagna uscirà dall'Unione Europea, l'inglese potrebbe scomparire come lingua della Ue. L'avvertimento non è uno scherzo: viene da Danuta Hubner, presidente della commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo, di cui è deputata in rappresentanza della Polonia. È vero che i popoli dell'Unione, nei corridoi di Bruxelles e di Strasburgo così come in qualunque altro luogo si incontrino, per comprendersi continueranno probabilmente a comunicare nel linguaggio di Shakespeare - o per meglio dire in "broken English", l'inglese sgrammaticato di chi lo mastica come seconda lingua, come ironizzò una volta il principe Carlo d'Inghilterra: l'idioma globale, dal web alla scienza, dalla finanza al turismo, è quello. Ma l'Unione Europea ha attualmente 24 lingue, afferma la presidente Hubner, tra cui l'inglese perché la Gran Bretagna lo identifica come propria lingua ufficiale: per cui, nel momento in cui la Gran Bretagna esce dalla Ue, è inevitabile che esca almeno ufficialmente anche l'inglese.

SCUOLA ITALIANA E FINE DELL'ORA DI RELIGIONE. D. MANCINO, Scuola, l'ora di religione non interessa più, L'ESPRESSO, 27 ottobre 2016

A volte, quando cambia qualcosa d'importante, succede nel modo più spettacolare e improvviso: rivoluzioni, persone in piazza, grandi manifestazioni. Altre invece può passarci sotto il naso senza che neppure ce ne accorgiamo, e poi un giorno ci svegliamo chiedendoci: "Ma quand'è che sarebbe successo, esattamente?". Fra queste ultime, un piccolo ma significativo segnale di dove sta andando la società italiana – la lenta ma progressiva scomparsa dell’ora di religione a scuola.


MODESTA PROPOSTA SPERIMENTALE PER TENTARE DI RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA MESSA IN SICUREZZA DELLE AREE A RISCHIO SISMICO.

C'è un governo disposto ad avviare una sperimentazione seria per trovare una soluzione alla annosa questione del terremoto e del rischio sismico?
La proposta è semplice:
si tratta di affidare il progetto di consolidamento/ricostruzione/messa in sicurezza a quei Paesi che risultano essere fra i meno corrotti al mondo, per esempio Danimarca e Finlandia; dal punto di vista tecnico, si tratta di affidarsi, invece, ai giapponesi, i soli, mi risulta, che abbiano risolto in modo significativo il problema a casa loro.
I criteri per questa scelta? Ma il merito, diamine! Non è questo governo l'alfiere della meritocrazia? Si dia da fare, allora, cioè lasci fare le cose a chi le sa fare.
E agli italiani, cosa resterebbe? Niente: guardare e imparare (ammesso che lo sappiano fare)

giovedì 20 ottobre 2016

DEMOCRAZIA E ARISTOCRAZIA. M. CACCIARI, Ma la vera democrazia è aristocratica, L'ESPRESSO, 1 luglio 2016

Stiamo vivendo un mutamento di stato nella formazione delle élite politiche paragonabile soltanto a quello che travolse le loro forme notabilari-liberali all’inizio del XX secolo e che segnò il tracollo della centralità europea attraverso la tragedia di due guerre mondiali. Quella crisi si superò nel secondo dopoguerra, all’ombra dei Titani vincitori e della loro contesa, con l’affermazione di classi politiche certo in competizione tra loro, ma sulla base di una concezione sostanzialmente affine della democrazia. Esse erano consapevoli che per ottenere consenso (poiché ormai l’uso della forza doveva essere considerato assolutamente eccezionale) era necessario sapersidistinguere . La democrazia rappresentativa appare ragionevole e funziona se i rappresentanti non si limitano ad ottenere con ogni mezzo voti, ma sono anche in grado di rendere plausibile l’idea che questi voti premino i migliori . La democrazia implica fisiologicamente in sé valori aristocratici. E le classi politiche europee, selezionate all’interno dei grandi partiti di massa, dagli anni della ricostruzione fino alla fine dei ’70, sembravano capaci di esprimerli. Esse sapevano anche che il “valore” fondamentale premiato dal voto dell’ homo democraticus consiste nella capacità di soddisfarne la domanda di benessere economico crescente, di mobilità sociale, di eudaimonia .

NOTE SULL'ITALIA E L'ITALIANITA'. M. CACCIARI, Ma il nostro destino è essere umili, L'ESPRESSO, 14 agosto 2016

Non si agita soltanto sulle vette della nostra storia letteraria, ma vive anche sulle piane del nostro senso comune, un invincibile sentimento di amo et odi per il Paese «là dove il sì suona». È bella l’Italia («Suso in Italia bella giace un laco…»), eppure “prava” («In quella parte della terra prava/italica…»); è il «giardin de lo imperio», eppure straziata da discordie di ogni tipo, «nave senza nocchiere», tutta che piange, come la sua Roma “vedova e sola”.

domenica 16 ottobre 2016

RIFORME COSTITUZIONALI ED IDEE POLITICHE. C. FRECCERO, La post democrazia di diritto, IL MANIFESTO, 2 ottobre 2016

Sino ad oggi il dibattito sul referendum si è mosso tra questi due poli: le precisazioni dei costituzionalisti contrapposte e l’odio per la casta e la politica della gente.

venerdì 14 ottobre 2016

CRISI RUSSIA-NATO. VENTI DI GUERRA. M. GAGGI, Dal Plutonio alla Siria: i fronti Mosca-Washington, CORRIERE DELLA SERA, 14 ottobre 2016

Sembra passato un secolo, eppure è storia di soli sei anni fa, del 2010: in aprile a Praga la firma del nuovo trattato START per la riduzione delle armi nucleari. Incontri calorosi, attestati di fiducia reciproca tra Barack Obama e l’allora presidente russo Dmitri Medvedev. Nonostante crisi come quella del conflitto russo-georgiano del 2008, il «reset» delle relazioni Washington-Mosca va avanti in un clima idilliaco: intesa politica tra i due Paesi e una evidente simpatia reciproca tra i due leader. Cambierà tutto, poco dopo, nel marzo 2012, col ritorno di Vladimir Putin al Cremlino. Nostalgico del perduto potere imperiale dell’Urss, convinto che l’allargamento di Nato e Ue nell’Est europeo rientrassero in un disegno di assedio alla Russia, furioso perché gli Usa avevano tifato per Medvedev prima che questi decidesse di tornare nella scia del leader più potente, Putin si è subito messo in rotta di collisione con l’Occidente.

domenica 9 ottobre 2016

POLITICA DELLA SCUOLA. UN SISTEMA SOCIALISTA E FEMMINILIZZATO. D. TAINO, Gli strani record di una scuola invecchiata, CORRIERE DELLA SERA, 8 ottobre 2016

Si sa che in Italia l’età media delle e degli insegnanti della scuola media primaria e secondaria è alta. E che in maggioranza si tratta di donne è pure qualcosa che tutti vedono regolarmente. È il risultato di quella che un tempo era spesso considerata un’attività non particolarmente importante e comunque non attraente. È vero un po’ in tutta Europa. Ma in Italia in misura eccezionale: in assoluto più che in ogni altro Paese della Ue, e di gran lunga — rivelano le statistiche appena pubblicate da Eurostat. Le quali, a ben guardarle, suggeriscono anche che la scuola italiana ha in fondo tratti un po’ «socialisti», o almeno si trascina un’eredità del genere.

venerdì 7 ottobre 2016

STRONCATURE POLITICO-ARTISTICHE. CHI ERA DAVVERO ROBERTO BENIGNI. A. SCANZI, Storia breve del fu Benigni, IL FATTO, 5 ottobre 2016

Hai talento, fai ridere come nessuno e non hai paura di essere scorretto. Poi cresci, ti ammorbidisci, cambi la storia e sostituisci i russi con gli americani, altrimenti l’Oscar non te lo danno mica. Quindi, esaurita la vena, ti reinventi cantore dell’amore, celebrandola Costituzione più bella del mondo ma solo quando al potere c’è Berlusconi, che è brutto sporco e cattivo non per quello che fa ma perché non è iscritto al partito che voti.


giovedì 6 ottobre 2016

FESTIVAL DI SOCIOLOGIA E DI PSICOLOGIA IN UMBRIA. NESSUNO LO SA, IN PARTICOLARE LA SCUOLA. 6 OTTOBRE 2016


E' abbastanza incredibile che due festival, uno dedicato alla Sociologia, uno dedicato alla Psicologia, entrambi in corso di svolgimento in Umbria non abbiano avuto il riconoscimento nè il patrocinio del MIUR. Va detto, ad onor del vero, che entrambe le manifestazioni arrivano a sorpresa, in particolare la prima, partita in sordina il 5 ottobre anche se con un convegno su V. Pareto. Il fatto è grave e la dice lunga sull'attenzione che le istituzioni predisposte alla diffusione della cultura (soprattutto di quella cultura così carente in Italia come quella rappresentata dalle cosiddette "scienze umane") mostrano nei riguardi di quanti (anche se male) si occupano della diffusione e della divulgazione di queste discipline.

TELEGIORNALISMO ALL'ITALIANA. IL RITORNO DI SANTORO. A. GRASSO, Il riflusso dell' edonismo santoriano (o dell' "Italia da bere"), CORRIERE DELLA SERA, 6 ottobre 2016

Mettetela come volete (la tv fatta come si deve, il tutto macinato bene, le luci e i montaggi occhei, l'intervista in studio, il provincialismo sul mondo dei ricchi, i balli e gli sballi dei giovani, le sgallettate youtubbers, i sindaci di mezzanotte, Iva Zanicchi, il feed back sui social, la Sardegna non più felix, i filippini che fanno casino, i camerieri che mancano e i commercialisti che abbondano, ostriche e champagne, il lavoro che costa ancora troppo in Italia, l'altezza degli addetti alle sale minimo unovirgolasettantacinque...) ma in fondo in fondo o alla fin fine la verità è che Michele Santoro si è stufato di fare la Rivoluzione.
È entrato nel riflusso edonistico, a sessanta e rotti. E buonanotte al secchio.
Sesso, droga e rock&roll, con Briatore e Lele Mora a tracciare le "piste", con inviate stupite che ci siano ricchi nel mondo e noi sorpresi che ballino ancora la disco music anni '70 al tempo di Twitter.
Un vagare a caso, con esperte di gossip che dicono che "quattro anni fa non avevo capito", come se ne avessero 21/22 e invece viaggiano verso gli anta, il napoletanismo necessitante di interprete, il rapper che non si nega mai, un senso di pensionamento del pensiero unico samarcandiano triste, parecchio solitario e molto final.
La lista dei "cattivi maestri" si allunga: per la liberazione del popolo c'è ancora tempo. Ora divertiamoci e incassiamo, che ci hanno fatto ritornare e siamo ritornati.

domenica 2 ottobre 2016

RIFORMA DELLA SCUOLA. IL PARERE DI DE MAURO. C. CARUSO, Tullio De Mauro: "La scuola di Renzi è un passo nel vuoto", PANORAMA, 29 settembre 2014



Si abusa delle parole? «Si abusa spesso, ma è impossibile sanzionare l’abuso di parola». E’ la parola “scuola” la nostra parola abusata? «L’abuso è largo, ampio». Matteo Renzi abusa della parola scuola come abusa dell’inglese? «Il primo abuso è la parola riforma. Ormai si usa per il più banale provvedimento». Le piace la “Buona scuola” del governo? «Mi sembra vaga. Quali risorse? Quali tempi? Ho l’impressione che sia un passo nel vuoto». 

sabato 1 ottobre 2016

REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE. CONFRONTO TV FRA RENZI E ZAGREBELSKY. A. GILIOLI, Stiam diventando tutti più scemi?, L'ESPRESSO, 1 ottobre 2016

Di dubbia utilità per chiarire agli italiani su che cosa si voterà tecnicamente il 4 dicembre, il dibattito di ieri tra Renzi e Zagrebelsky è stato invece prezioso per confrontare due approcci cognitivi alla democrazia, ai cittadini, ai media, alla politica, al passato e al futuro. E si tratta di due approcci cognitivi agli antipodi.