domenica 30 aprile 2017

FILOSOFIA POLITICA. E. SEVERINO SU G. MARRAMAO. E. SEVERINO, Instabilità, destino del mondo, CORRIERE DELLA SERA, 30 aprile 2017

Sono d’accordo: «Il problema del presente e della sua concettualizzazione è un problema eminentemente filosofico piuttosto che storiografico». Lo ribadisce Giacomo Marramao, intervenendo in Filosofia dei mondi globali. Conversazioni con Giacomo Marramao (Bollati Boringhieri). Il «presente» a cui egli si riferisce è l’«Occidente». Si tratta di vedere, poi, come ci si accosta al «problema eminentemente filosofico» del presente. Volendo esprimere subito il mio parere direi che, nonostante le intenzioni, nel discorso esplicito di Marramao, i cui saggi hanno un largo e meritato successo internazionale, la storiografia (circondata soprattutto dalle cosiddette scienze umane) ha la meglio sulla filosofia; mentre quest’ultima, o uno dei suoi tratti autenticamente essenziali, si trova là dove lui non sembra cercarla, anche se essa circola (inevitabilmente) anche nelle vene della problematica dell’amico Giacomo. Un rilievo questo — ora proverò a chiarire — che d’altra parte può essere rivolto a gran parte delle riflessioni filosofiche del nostro tempo. «Il nostro presente», scrive Marramao è un risultato «sempre provvisorio, precario e in divenire: dunque strutturalmente instabile».

ELEZIONI IN FRANCIA. INTERVISTA CON LO SCRITTORE E. LOUIS. S. MONTEFIORI, Lo scrittore: «Mio padre operaio per sentirsi vivo sceglieva Le Pen», CORRIERE DELLA SERA, 30 aprile 2017

Lo scrittore francese Édouard Louis risponde da New York dove sta presentando l’edizione americana dei suoi due romanzi «Il caso Eddy Bellegueule» e «Storia della violenza» (finalista al premio Gregor von Rezzori di Firenze). Orienta per un istante il computer per mostrare via Skype i grattacieli di Manhattan, sorride, poi accetta di parlare di politica, quindi di sé.

venerdì 14 aprile 2017

IL PARTITO DEMOCRATICO E' COME FORZA ITALIA. M. PACINI, "Vi spiego perché il Pd di Matteo Renzi è la nuova Forza Italia" Intervista con C. Galli, L'ESPRESSO, 13 aprile 2017

Che cosa c’è dietro, sotto, o almeno di fianco a un “ciaone”, uno scambio di tweet che occupa una pagina di giornale, una scissione, una micro scissione, una ricomposizione, una passerella leopolda, le primarie, le comunarie, o un nuovo (chissà mai) predellino...? Nulla o quasi. Al massimo il fantasma della politica, o la politichetta a corta gittata.

Dalla messa in soffitta delle ideologie a quella delle idee e in definitiva del pensiero il passo è stato breve. Il processo di svuotamento rapido, inesorabile, incontrovertibile, agli occhi della scienza politica. Carlo Galli, uno dei maggiori politologi italiani, ha voluto portarlo dentro, il suo sguardo. Nel partito, nell’aula parlamentare. Eletto nelle file del Pd nel 2013 si avvia alla conclusione della sua «prima e ultima» esperienza “dentro” la politica, come indipendente nel gruppo degli scissionisti Pd, dopo un rapido transito in Sinistra italiana.

POLITICA E SCUOLA. LA CRISI DELLA LINGUA ITALIANA. R. SIMONE, Il trionfo degli analfabeti: non si è mai scritto tanto e tanto male, L'ESPRESSO, 13 aprile 2017

L’italiano è in declino? I giovani lo stanno perdendo? Nelle settimane scorse queste domande hanno rifatto capolino per via di un fait divers : 600 professori universitari, tra i quali alcuni nomi noti, hanno scritto una lettera al capo del governo, al ministro dell’istruzione e alla stampa, per denunciare che «alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente» e commettono «errori appena tollerabili in terza elementare». Forti di questa diagnosi, i Seicento hanno stabilito che la colpa è della scuola, troppo disinvolta e liberale: ne chiedono quindi una «davvero esigente nel controllo degli apprendimenti oltre che più efficace nella didattica». Dopo questo rullo di tamburi, che sembrava annunciare chissà quale carica, i Seicento si sono limitati però a proporre qualche ritocchino qua e là all’organizzazione della scuola, di portata così modesta da sembrare, più che un manifesto di riscossa, un post-it passato da un preside ai suoi docenti. Del resto, qualche giorno dopo, quasi a farlo apposta, l’appello ha trovato una brutale conferma nei fatti: in un concorsone per maestri, la metà dei candidati si sono lasciati andare a plateali svarioni e castronerie.
Comunque sia, benché il documento fosse scritto in una prosa malferma e burocratica e non tutti i Seicento siano noti come campioni di bello stile, non c’è dubbio che il dominio dell’italiano da parte dei giovani sia in grave declino. Nei miei decenni all’università ho incontrato non meno di dieci coorti di ragazzi, e posso confermare per esperienza diretta che uno smottamento linguistico e culturale presso i giovani era evidente almeno dagli anni Ottanta.

LETTERATURA POLITICA E VIOLENZA. M. MARZANO, La pedofilia come salvezza: il romanzo inaccettabile di Walter Siti, LA REPUBBLICA, 13 aprile 2017



LETTERATURA POLITICA E VIOLENZA. W. SITI, Bruciare tutto, LE PAROLE E LE COSE, 14 aprile 2017

E’ uscito ieri, pubblicato da Rizzoli, Bruciare tutto, il nuovo romanzo di Walter Siti. Lo ha presentato su «Repubblica» Michela Marzano in un articolo carico di moralismo, ingenuità e inesattezze che esprime bene un certo spirito dei tempi. Sempre più spesso il ceto medio riflessivo e i suoi intellettuali di riferimento chiedono alla letteratura rassicurazioni morali e identitarie – e non scoperta, invenzione o verità. E invece la buona letteratura, come diceva qualcuno, non si fa con i buoni sentimenti. Protagonista del libro è Leo Bassoli, giovane sacerdote presso una parrocchia nel centro di Milano. Onoriamo il Venerdì santo  proponendovi un’omelia di don Leo. Ringraziamo la casa editrice che ci ha gentilmente fornito il brano e il permesso di pubblicarlo].

POLITICA E VIOLENZA. SUL 1977. F. LA PORTA, Il 1977, la politica, la violenza, LE PAROLE E LE COSE, 10 aprile 2017

Caro Oreste Scalzone,
non ci conosciamo personalmente ma ti seguo da Valle Giulia, dove a 15 anni arrivai con il mio vespino, a scontri appena conclusi. Poi ho partecipato a quella intensa stagione di lotte politiche nel gruppo che probabilmente tu giudicherai il più noioso, il Manifesto. Infine: tra tutti i leader del ’68 tu mi sei sempre sembrato il più sincero e fragile – anche nella tua generosità -, quello meno tattico, certamente il più carismatico (in quegli anni vidi a teatro una Oresteadove il protagonista della tragedia di Eschilo era nientemeno che ispirato a te). Insomma, eri estraneo al tipico stile di PotOp, che a 15 anni mi attraeva: sprezzante e aristocratico, beffardo e antisentimentale, arrogante e lievemente reticente fino a essere esoterico (ben descritto allora da Fortini su «Aut Aut» in un saggio intitolato Gli ultimi Cainiti[1]). Incarnavi un operaismo dal volto umano. Eri sempre incuriosito dagli altri e dalla realtà, mentre lo stesso Operai e capitale di Tronti, si limitava a prescrivere il “che fare”, in ragionamenti affilati come teoremi matematici e spettacolari come un film di Peckinpah, ma pochissimo interessati alla realtà empirica. Per queste ragioni, e anche perché si tratta di un pezzo della mia storia, vorrei formulare alcune obiezioni al tuo saggio sul ‘77 pubblicato da Mimesis (con prefazione di Erri De Luca), scritto in una lingua sobria e al tempo stesso, credo involontariamente, espressionista, a tratti più balestriniana di Balestrini (c’è una pagina ingorgata da suffissi, prefissi, segni grafici, parentesi, parole scritte per metà in corsivo).

lunedì 10 aprile 2017

MIGRANTI E INTEGRAZIONE. OLANDA. S. MONTEFIORI, Olanda, test d’integrazione per immigrati con multe ai bocciati, CORRIERE DELLA SERA, 9 aprile 2017

elle ultime settimane oltre 500 immigrati e rifugiati nei Paesi Bassi sono stati multati per non avere superato il «test di integrazione civica», che comprende esami di lingua olandese e di conoscenza della società (come si fa a prendere un appuntamento in ospedale? Come si iscrivono i figli a scuola?). Le persone bocciate o che non si sono presentate in tempo ai test devono pagare fino a 1.250 euro, a seconda dei casi, e sono costrette a ripetere la prova se vogliono sperare di ottenere il permesso di soggiorno. Sembra ed è una regola sacrosanta. 

lunedì 3 aprile 2017

ELIMINARE LA TELEVISIONE-SPAZZATURA. UN BLOB RACCOGLIE MOMENTI TRASH DEL PASSATO

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http://video.corriere.it/da-berlusconi-sgarbi-passando-ferrara-busi-epiche-liti-tv/eddd306c-1869-11e7-bfcb-823f78258901