martedì 20 giugno 2017

RIFORME DELLA SCUOLA ITALIANA. INSEGNARE IN INGLESE DISCIPLINE NON LINGUISTICHE. A SCUOLA CON TOTO', 20 giugno 2017

Quando chiedo a qualcuno dei contribuenti italiani se sia a conoscenza di uno dei provvedimenti della tradizione riformistica Moratti-Gelmini-Giannini sulla scuola, ossia del fatto che nell'ultimo anno del triennio superiore le discipline non linguistiche (storia, fisica, matematica, filosofia, educazione motoria, scienze, scienze umane, diritto ed economia, ecc.) debbano essere insegnate in lingua INGLESE e non in italiano, rimane sbigottito/a oppure pensa ad uno scherzo di cattivo gusto.




Eppure è una delle rivoluzionarie innovazioni della tradizione riformistica berlusconian-montian-renziana (si, perchè non c'è soluzione di continuità fra destra e sinistra in chi ha varato in questo quindicennio ben tre riforme della scuola che si completano, coerentemente, l'una nell'altra nel segno di un perfetto esito ideologico neoliberista   (http://kikukula5.blogspot.it/2015/05/la-distruzione-capitalistica-della.html ) - (http://kikukula5.blogspot.it/2015/08/governo-renzi-e-riforma-della-scuola-d.html)
Alle origini del provvedimento c'è la Confindustria e la sua idea dell'inglese come gergo del mercato globale trionfante (http://kikukula5.blogspot.it/2014/10/la-scuola-secondo-confindustria-de.html);
 quindi, come si dice oggi con un'altra parola orribile del nostro tempo, una "competenza" per competere (non è un bisticcio di parole, ma la logica condivisione semantica fra due termini che sono intimamente legati fra loro) nella lotta per l'esistenza che segna questo neodarwinismo-fascismo sociale ( http://kikukula5.blogspot.it/2015/06/governo-renzi-il-giudizio-di-f.html) (http://espresso.repubblica.it/internazionale/2017/06/05/news/benvenuti-nell-epoca-del-fascismo-sociale-1.303106) in cui siamo miserabilmente finiti.
Torniamo alla sostanza della proposta con una serie di considerazioni:
1) via via che la riforma Gelmini giungeva a compimento e si avvicinava la conclusione del triennio, ci si è accorti (udite udite) che i docenti che avrebbero dovuto insegnare in inglese la propria disciplina...non erano pronti a farlo! (http://kikukula5.blogspot.it/2014/09/riforma-della-scuola-e-insegnamento-in.html);
2) "Chissà perchè?" Si chiederà qualcuno! "Ma come, si fa una legge e non la si rende capace di diventare operativa? Nessuno ha pensato di avviare nei primi quattro anni corsi per preparare i docenti?" Pare proprio di no visto che ancora per l'anno in corso, in sede di esame di stato, non sia obbligatorio verificare le competenze in materia;
3) nel frattempo, però, con la trasformazione del docente in imprenditore di se stesso e grazie al bonus di 500 euro che da due anni viene messo a disposizione dei docenti, questi possono formarsi privatamente (arrivano richieste di corsi da ogni parte) contribuendo, così, ad arricchire il proprio "portfolio di competenze"e il proprio curriculum;
4) tutto questo, infatti, consentirà ai docenti di competere sul mercato dei trasferimenti e delle assunzioni che non saranno più a tempo indeterminato, ma determinato perchè i contratti   sottoscritti da neo-assunti e non sono, ora, triennali!
5) ciò detto, e non è poco, perchè si dovrebbe fare lezione in inglese e non anche in altre lingue? Che cosa nasconde questo neo-colonialismo linguistico?
6) perchè nessuno si è accorto del carico di lavoro e di formazione che sarebbe ricaduto solo su ALCUNI DOCENTI e non su TUTTI (ci sono dei docenti che insegnano fin da ora 6 discipline: lo sa qualcuno?) I docenti di discipline linguistiche, infatti, potrebbero anche andarsene a spasso: anzi no, potrebbero andare a fare dei corsi agli altri docenti (dentro e fuori della scuola, magari);
6.1) in un collegio docenti una docente di inglese, al preside che la invitava ad attivare una codocenza con l'insegnante di scienze, rispose che a lei le scienze non erano mai piaciute ed infatti aveva studiato ed insegnava inglese! Scusate: ma non potrebbero dire la stessa cosa gli insegnanti di discipline non linguistiche? Forse insegnano proprio quelle discipline per la loro antipatia per le lingue!!
7) perchè nessuno si è accorto degli effetti devastanti che si sarebbero prodotti sul piano relazionale fra quei docenti che dovrebbero condividere, invece, situazioni di collegialità e collaborazione? E' evidente, infatti, l'effetto competitivo generato dall'introduzione del merito, del portfolio, dell'auto-promozione tutti elementi che si raccolgono, come già detto, nella trasformazione del docente in IMPRENDITORE DI SE STESSO: "Favorendo la competitività fra docenti - per la spartizione di uno scatto stipendiale risibile - si vanifica la conquista della collegialità docente, la vera grande conquista degli ultimi 40 anni e riporta la situazione della scuola italiana ad una condizione ante seconda guerra mondiale quando gli insegnanti erano 'avversari' più che 'collaboratori' (...) ciò mina alla base la possibilità di una didattica efficace ed efficiente, giacchè riduce gli spazi per un lavoro interdisciplinare, per la possibilità di compresenze e, soprattutto, induce a seguire strade didattiche tradizionali, scoraggiando un atteggiamento sperimentale" (L. Bellatalla, Perchè dico NO alla 'Buona scuola', ossia i 10 motivi per cui, di fatto, si tratta di una 'Cattiva scuola', Un. di Ferrara, 19 giugno 2015, in IL DIBATTITO SULLA BUONA SCUOLA - Per tutti gli interventi sulla riforma si veda l'intero fascicolo di PEDAGOGIA OGGI in http://www.siped.it/wp-content/uploads/2015/12/Pedagogia-Oggi-2-2015-ONLINE_DibattitoBuonascuola.pdf);
8) perchè non ci si chiede quale effetto produca, sul piano della comprensione delle discipline insegnate, un provvedimento del genere quando si sa quale sia il livello di preparazione degli studenti in fatto di competenze linguistiche di base, cioè della lingua italiana!! (http://kikukula2.blogspot.it/2015/07/societa-italiana-e-analfabetismo-p-di.html)
9) qualche mese fa è apparsa una lettera a firma di molti docenti universitari in cui si denunciava  lo stato pietoso in cui verserebbero le matricole (e non solo) nella conoscenza della lingua italiana; si sa da tempo che in molte università italiane sono stati attivati corsi per migliorare decisamente il livello di preparazione nella lingua italiana (http://kikukula5.blogspot.it/2015/06/riforma-della-scuola-e-lingua-italiana.html);
10) ad un recente concorso per maestri, molti candidati sono stati bocciati proprio a causa di inadeguate capacità, pardon, competenze linguistico-espressive ( http://kikukula2.blogspot.it/2017/06/educazione-e-scuola-italiana-futuri.html)    (http://kikukula5.blogspot.it/2016/04/politiche-della-scuola-italia.html)
11) sempre per restare nell'ambito universitario, nessuno degli ex-studenti che sono finiti all'università mi dicono che lì sia diffusa questa pratica dell'insegnamento in lingua inglese (se ne lamentava, a dire il vero, qualche tempo fa, Maurizio Ferraris);
12) cosa si fa in altri Paesi? Non so bene cosa si faccia altrove, ma conosco un episodio che posso raccontare. Una mia parente, insegnante di e. motoria in Francia, accolse l'invito del preside della sua scuola per imparare il tedesco ed insegnare in quella lingua. Per un anno, dal lunedì al venerdì, se ne è andata in Germania, con uno stipendio raddoppiato raggiungendo risultati che nessun corso di 40 ore saprebbe mai assicurare;
13) e poi, l'inglese facilita la comprensione delle DNL o no? Ne esalta le caratteristiche al punto tale da motivare gli interessi degli studenti, o no?
14) per ultimo: si vuole che gli studenti capiscano qualcosa del mondo in cui sono finiti attraverso la comprensione delle discipline, linguistiche e non linguistiche che studiano, oppure li si vuole semplicemente ridurre in tutta fretta a futura merce di scambio in un sempre più precario mercato del lavoro che non vuol sentire parlare di diritti, di cittadinanza, di pari opportunità  e di persone?

Mi sono accorto di aver raccolto, in questi anni, almeno un centinaio di articoli sulla scuola. Scorrendoli, riemergono episodi e questioni scomparse nel nulla. Ne ripropongo alcune:
il liceo di 4 anni; l'esame di stato con componenti della commissione solo interni; la discussione sul merito e sui criteri da adottare per il riconoscimento del merito; la raccolta di firme per il referendum abrogativo finita nel nulla per errori commessi dai firmatari; la formazione obbligatoria; l'ipotesi Aprea di smantellamento degli istituti professionali; la discussione sul 'colonialismo digitale'; gli effetti dell'aziendalizzazione delle scuole con la nascita di indirizzi leggeri ed accattivanti...

Dulcis in fundo:
http://kikukula5.blogspot.it/2016/03/nostalgie-politiche-ma-non-era-quello.html









1 commento: